Dobbiamo alla figlia prediletta di Emil Jellinek, console dell’Impero Austro-Ungarico a Nizza, nonché abile uomo d’affari e appassionato di automobili e corse, il nome dell’azienda che per decenni ha rappresentato la perfezione industriale tedesca a quattro ruote: la Mercedes (fu lui il primo a suggerire alla Daimler la costruzione di vetture dal baricentro basso, carreggiate larghe e con il motore con distribuzione ad asse a camme esterno).
ALLE ORIGINI DEL MARCHIO….
Oggi Mercedes-Benz in seguito alla confluenza nella “nuova” Daimler dei marchi Maybach, Smart è il più vecchio costruttore automobilistico in attività, essendo “nato” il 23 giugno 1902. Il primo utilizzo del termine Mercedes-Benz, associato alla classica stella a tre punte cinta d’alloro, risale tuttavia al 1926 con la fusione della Daimler con la Benz & Cie, quattro anni dopo il cambio della guardia tecnico tra Paul Daimler e Ferdinand Porsche.
Dopo il modello W01, che però rimase allo stadio di prototipo, la 8/38 PS, la gamma W03 e le lussuose Typ 400, Typ 630 e Typ 200 Stuttgart, la 170 W15 (che introdusse la novità delle sospensioni a ruote indipendenti), le 130, 150, 170H, 260D e 170V e il sostegno hitleriano alle vendite della Casa di Stoccarda (35.123 dipendenti nel 1938, contro gli appena 9.000 scarsi del 1932), la Mercedes subì durante la Seconda Guerra Mondiale la dolorosa distruzione degli impianti di Sindelfingen, Untertürkheim, Berlin-Marienfelde e Mannheim. Si riprese nel 1948 sotto la breve presidenza di Wilhelm Haspel e grazie a vetture azzeccate come la 220, 300, 170D, 170S, L3500, le 300 SL da gara e “ali di gabbiano” (a iniezione diretta), la 180 (a scocca portante), la serie Heckflosse nel 1959 (contemporaneamente al fallimentare e temporaneo ingresso nel capitale sociale Auto Union e al mancato acquisto della BMW, ma anche all’espansione commerciale in Brasile, Argentina e Usa), la super-ammiraglia 600 e la roadster 230 SL “Pagoda” (prima sportiva al mondo con carrozzeria di sicurezza costituita da una cellula abitacolo rigida e da zone di assorbimento anteriori e posteriori), ma anche con la nuova serie dell’ammiraglia di casa, ossia le W108 e le W110, sostituite a loro volta nel 1968 dalla cosiddetta “Strichacht”.
Nel 1975 il friulano Bruno Sacco diventò responsabile del design della Mercedes-Benz e lo restò per un quarto di secolo, imprimendo il proprio stile alle vetture con la
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stella sul cofano: arriveranno la SL e SLC (R107) del 1971, la S (W116) del 1974, la E (W123) del 1976, la 300SD con il primo turbodiesel al mondo del 1977 e due novità datate 1979: la G fuoristrada e la nuova ammiraglia S (W126).
Anche gli Anni 80, quelli della diversificazione del gruppo Daimler in ambito elettronico ed aerospaziale, sciorinano un numero esorbitante di belle macchine: la coupé di lusso SEC (serie W126), la 190 (W201), che porta tra l’altro al debutto l’innovativo retrotreno multilink, la berlina E (W124) e la nuova generazione di SL (R129), proprio alla vigilia della caduta del Muro di Berlino. Nel 1991 le immatricolazioni aumenteranno del 25 per cento, ma il lancio di una nuova generazione della “berlinona” S (W140) non impedirà alla rivale BMW uno storico sorpasso.
Presero dunque vita nuove idee, tra cui la realizzazione della molto discussa Classe A e della Smart. Sino al 1994, stagione di vernissage della Classe C (W202), destinata a sostituire la 190, e il restyling della Classe E (W124) la denominazione usuale dei modelli, vere e proprie macchine di rappresentanza per eleganza e raffinatezza, era composta da 3 cifre, che segnalavano la cilindrata del veicolo, e da una o più lettere, le quali specificavano la motorizzazione e la tipologia (es. E200). Da quel momento in poi, i veicoli Mercedes-Benz si divideranno in Classi a seconda del tipo e dell’appartenenza ad ognuna di esse, ma non mancheranno modelli speciali realizzati dall’AMG di Affalterbach per la strada e le competizioni Turismo del DTM, unità motrici di Formula 3 e un team di Formula 1, controllato direttamente nel biennio 1954-1955 (due iridi vinte), dopo i 33 Gran Premi dominati su 56 disputati prima del secondo conflitto mondiale, e attivo di nuovo a partire dal 2010 dopo l’acquisto della inglese Brawn GP (ma vennero realizzati anche motori per le monoposto Usa della CART, vetture Gran Turismo per i campionati FIA e biposto per Le Mans).
Nel 2001 si celebrò il centenario del marchio Mercedes, mentre nel lustro successivo il colosso della Stella a Tre Punte continuò a registrare trend positivi di rilievo (nonostante le croniche difficoltà dei marchi Mitsubishi e Chrysler, liquidate rispettivamente nel 2006 e 2007), grazie ad ulteriori ampliamenti della gamma con prodotti inediti nelle nicchie di mercato più disparate: dalla monovolume Classe B alla supercar SLR McLaren, le vendite continuarono infatti a procedere a gonfie vele, facendo dimenticare i guai di inizio decennio. Attualmente quelle in vendita sono: A (gamma d’accesso), B (monovolume medio-piccola), C (classica berlina a 3 volumi), CL (vettura di lusso), CLA (berlina-coupé a 4 porte), CLS (berlina-coupé di lusso), E (berlina medio-grande), G (fuoristrada dura e pura), GL (Suv di lusso), GLK (Suv di fascia media), M (Suv di fascia alta), O (camion, autobus), R (crossover fra monovolume, station wagon e Suv), S (grande berlina o ammiraglia), SL (spider di lusso), SLK (coupé-cabriolet a 2 posti) e, infine, SLS (coupé ad altissime prestazioni).